Da quando la pandemia globale COVID-19 ha forzato dipendenti e aziende a transitare dalla vita da ufficio a quella dell’home-office, il concetto di remote worker si è interlacciato con il concetto più esotico del Nomade Digitale, diventando estremamente popolare.
Digital Nomads e Remote Workers hanno una cosa in comune: nessuno dei due ha bisogno di mostrarsi in un specifico ufficio fisico per lavorare.
Ma similarità e differenze non si limitano soltanto a questo.
Lavorare da remoto non significa necessariamente essere un nomade digitale.
Un remote worker può essere un semplice freelance, un professionista autonomo o parte di un team remoto con contratto in “smart working”, magari “fully-remote”.
Sono molte infatti le aziende che lavorano con team completamente remoti, come Buffer, o Helpscout.
Un remote worker può lavorare da casa o da dove vuole.
“Fully-remote” significa che una persona, un team o un’intera azienda non fanno capo ad un ufficio in una precisa sede.
Un remote worker non è necessariamente un nomade digitale.
Come dicevo, un remote worker non è necessariamente un nomade digitale.
Ma può sempre diventarlo.
Infatti, i nomadi digitali altro non sono che remote workers che viaggiano in diverse destinazioni su base regolare, facendo del loro nomadismo uno stile di vita.
Usano tecnologie moderne per lavorare da coffee shops, hotels, co-working spaces, o librerie essendo sempre connessi al WiFi tramite il proprio laptop o smartphone da qualunque posto del mondo.
Un nomade digitale, come implica il nome stesso, è un remote worker che si sposta di città in città, solitamente per settimane o mesi, e che ha fatto una decisione conscia sull’ essere nomade.
Esistono diversi tipi di nomadi digitali. Alcuni viaggiano con un camper, altri vivono in barche viaggiando da un porto all’altro, oppure c’è chi viaggia normalmente tra un Airbnb all’altro volando da un paese all’altro.
Genericamente parlando, i nomadi digitali viaggiano come stile di vita, mentre i remote workers hanno una residenza fissa in un posto di loro scelta.
La differenza chiave sta nella scelta dello stile di vita, più stabile per i remote worker e più dinamico per i nomadi digitali.
Ma entrambi hanno in comune il fatto di supportare clienti o il proprio datore di lavoro mentre lavorano da remoto dalle loro località scelte.
Inoltre, le due categorie possono sovrapporsi di tanto in tanto, con alcuni nomadi digitali desiderosi di trovare delle sistemazioni semi-permanenti, mentre i remote workers possono di tanto in tanto scegliere di viaggiare anche per lunghi periodi.
Di certo, la fama dei nomadi digitali è superiore a quella dei remote worker.
Essere nomade digitale è un sogno per molti, basta fare una semplice ricerca su Instagram per trovare circa 3.3 milioni di post con l’hashtag #digitalnomad, in confronto a 1M dell’hashtag #remotework o di 110K per #remoteworker.
Ma anche il remote worker sta guadagnando terreno negli ultimi anni, sia a causa delle recente pandemia sia grazie alla maggiore voglia di stabilità dei nomadi digitali più stagionati.
Esistono molti vantaggi offerte della indipendenza della località di cui i remote worker possono godere. Ma allo stesso tempo è bene tenere d’occhio ad alcuni eventuali risvolti negativi (che possono sempre essere risolti con un po’ di organizzazione).
Pro
Contro
Chi non vorrebbe controllare la propria casella di posta mentre lavora in una città esotica?
Lavorare viaggiando è un sogno per molte persone, ma come avviene per tutte le scelte della vita, ci sono sia i vantaggi che gli svantaggi.
Le stesse regole di sopra sono valide per i nomadi digitali, ma con qualche aggiunta:
Pro
Contro
Dopo molti anni di esplorazioni e di viaggi in giro per l’Europa, i lati negativi dell’essere nomade digitale mi hanno ormai raggiunta.
Per questo motivo ho scelto alcuni posti cardine in cui fare ritorno ciclicamente senza dover sacrificare la mia vita da lavoratore remoto.
Inoltre quando si decide di mettere su famiglia avere una casa propria diventa una necessità.
Questo non vuol dire che non mi sia piaciuto la mia vita da nomade per tutti quegli anni! Solo per me, vivere senza un punto di riferimento fisso per così tanto tempo alla fine ha perso il suo fascino. Ero pronta per mettere su famiglia, sistemarmi, lavorare da casa e viaggiare di meno.
Per questo ho trovato una soluzione tutta mia, una via di mezzo tra il remote worker e il nomade digitale.
Questo significa avere alcuni punti di appoggio in diverse zone e spostarsi tra queste, oltre ad andare a visitare qualche nuovo posto quando sento di nuovo il bisogno di più avventura.
Vuoi che questo sia l’anno della tua svolta?
Questo dipende solo da te! Mai come adesso, diventare un nomade digitale o un remote worker è una grande opportunità e internet è pieno di occasioni che possono fare al caso tuo.
Seguendo i 5 passi elencati in questo articolo puoi iniziare a definire la tua strada, ma da soli non basteranno, se non vai avanti rimarrai per sempre nella fase della pianificazione.
Seguimi su Instagram per ricevere giornalmente aggiornamenti e consigli utili.